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Vero sé e falso sé

Il Settembre 23, 2021 da admin

Nell’ultimo mezzo secolo le idee di Winnicott sono state estese e applicate in una varietà di contesti, sia in psicoanalisi che altrove.

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  • Orbach: falsi corpiModifica
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  • Il sé tripartito di SternModifica

KohutEdit

Articolo principale: Heinz Kohut

Kohut estese il lavoro di Winnicott nella sua indagine sul narcisismo, vedendo i narcisisti come evolventi una corazza difensiva intorno al loro sé interno danneggiato. Egli considerava meno patologico identificarsi con i resti danneggiati del sé, che raggiungere la coerenza attraverso l’identificazione con una personalità esterna a costo della propria creatività autonoma.

LowenEdit

Articolo principale: Alexander Lowen

Alexander Lowen ha identificato i narcisisti come aventi un vero e un falso, o superficiale, sé. Il falso sé riposa sulla superficie, come il sé presentato al mondo. È in contrasto con il vero sé, che risiede dietro la facciata o l’immagine. Questo vero sé è il sentimento di sé, ma per il narcisista il sentimento di sé deve essere nascosto e negato. Poiché il sé superficiale rappresenta la sottomissione e la conformità, il sé interiore o vero sé è ribelle e arrabbiato. Questa ribellione e questa rabbia sottostanti non possono mai essere completamente soppresse, poiché sono un’espressione della forza vitale in quella persona. Ma a causa della negazione, non può essere espressa direttamente. Invece si manifesta nel comportamento del narcisista. E può diventare una forza perversa.

MastersonModifica

Articolo principale: James F. Masterson

James F. Masterson sosteneva che tutti i disturbi di personalità coinvolgono in modo cruciale il conflitto tra i due sé di una persona: il falso sé, che il bambino molto piccolo costruisce per compiacere la madre, e il vero sé. La psicoterapia dei disturbi di personalità è un tentativo di rimettere le persone in contatto con il loro vero sé.

SymingtonModifica

Articolo principale: Neville Symington

Symington sviluppò il contrasto di Winnicott tra vero e falso sé per coprire le fonti dell’azione personale, contrapponendo una fonte di azione autonoma e una discordante – quest’ultima tratta dall’interiorizzazione di influenze e pressioni esterne. Così, per esempio, i sogni dei genitori di autoglorificazione attraverso i risultati dei loro figli possono essere interiorizzati come una fonte discordante di azione aliena. Symington ha sottolineato comunque l’elemento intenzionale nell’abbandono del sé autonomo da parte dell’individuo a favore di un falso sé o di una maschera narcisistica – qualcosa che secondo lui Winnicott ha trascurato.

VakninEdit

Come parte di quella che è stata descritta come una missione personale dal narcisista e autore Sam Vaknin per aumentare il profilo della condizione. Vaknin ha evidenziato il ruolo del falso sé nel narcisismo. Il falso sé sostituisce il vero sé del narcisista e ha lo scopo di proteggerlo dal dolore e dalla ferita narcisistica attraverso l’autoimposizione dell’onnipotenza. Il narcisista finge che il suo falso sé sia reale e pretende che gli altri affermino questa confabulazione, tenendo nel frattempo nascosto il suo vero sé imperfetto.

Per Vaknin, il falso sé è di gran lunga più importante per il narcisista del suo fatiscente e disfunzionale vero sé; e in contrasto con gli psicoanalisti non crede nella capacità di rianimarlo attraverso la terapia.

MillerEdit

Articolo principale: Alice Miller (psicologa)

Alice Miller avverte cautamente che un bambino/paziente può non avere un vero sé formato, in attesa dietro la facciata del falso sé; e che di conseguenza liberare il vero sé non è semplice come l’immagine winnicottiana della farfalla che emerge dal suo bozzolo. Se un vero sé può essere sviluppato, tuttavia, lei riteneva che la vuota grandiosità del falso sé potesse lasciare il posto a un nuovo senso di vitalità autonoma.

Orbach: falsi corpiModifica

Articolo principale: Susie Orbach

Susie Orbach vide il falso sé come un sovrasviluppo (sotto la pressione dei genitori) di certi aspetti del sé a spese di altri aspetti – del pieno potenziale del sé – producendo così una costante sfiducia in ciò che emerge spontaneamente dall’individuo stesso. Orbach ha continuato ad estendere il resoconto di Winnicott di come il fallimento ambientale può portare ad una scissione interna della mente e del corpo, in modo da coprire l’idea del falso corpo – senso falsificato del proprio corpo. Orbach vedeva il falso corpo femminile in particolare come costruito su identificazioni con altri, al costo di un senso interiore di autenticità e affidabilità. Rompere un monolitico ma falso senso del corpo nel processo della terapia potrebbe permettere l’emergere di una gamma di sentimenti corporei autentici (anche se spesso dolorosi) nel paziente.

Persona JungModifica

Articolo principale: Carl Jung

Giungiani hanno esplorato la sovrapposizione tra il concetto di persona di Jung e il falso sé di Winnicott; ma, pur notando somiglianze, considerano che solo la persona più rigidamente difensiva si avvicina allo status patologico del falso sé.

Il sé tripartito di SternModifica

Articolo principale: Daniel Stern (psicologo)

Daniel Stern considerò il senso di Winnicott di “andare avanti nell’essere” come costitutivo del nucleo del sé pre-verbale. Ha anche esplorato come il linguaggio possa essere usato per rinforzare un falso senso di sé, lasciando il vero sé linguisticamente opaco e rinnegato. Concludeva, comunque, proponendo una triplice divisione: sociale, privata e di disconoscimento del sé.

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