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Il Dicembre 24, 2021 da admin

L’asma è la più comune malattia respiratoria cronica dell’infanzia, e anche se ci sono stati molti progressi nella comprensione della patogenesi della malattia, molti aspetti rimangono da chiarire.

Nella patogenesi dell’asma sono coinvolti sia fattori “protettivi” che “predisponenti” come risultato delle complesse interazioni che avvengono tra predisposizione genetica ed esposizione ambientale.

Dal punto di vista genetico, i geni responsabili identificati sono più di 100, e molti polimorfismi hanno dimostrato di essere associati all’insorgenza dell’asma, anche se nessuno di questi, da solo o in combinazione, è in grado di predire la comparsa della malattia.

I fattori ambientali maggiormente coinvolti nell’insorgenza dell’asma nei bambini sono rappresentati da allergeni, fumo di tabacco, infezioni respiratorie e inquinamento atmosferico.

Gli allergeni interni (acari della polvere, muffe e forfora animale) ed esterni (pollini e muffe) sono in grado di indurre sensibilizzazione per esposizione prolungata e scatenare l’asma acuta. La sensibilizzazione allergica, nel concetto di marcia atopica, rappresenta un importante fattore di rischio per lo sviluppo dell’asma. In particolare, i soggetti polisensibilizzati e con allergia alimentare possono presentare un’asma più grave.

L’esposizione al fumo di sigaretta sia prenatale che postnatale aumenta il rischio che il bambino diventi asmatico e la gravità dell’asma.

Si è anche notato recentemente che l’obesità è un fattore di rischio per l’asma perché causa un aumento di leptina, TNF-α, e IL-6, che esercitano un’azione pro-infiammatoria non eosinofila. Inoltre, la mancanza di attività fisica, per l’aumento di peso, contribuisce al determinismo della malattia .

La vitamina D è coinvolta nei processi di sviluppo e maturazione polmonare fetale; i livelli di 25-OH vitamina D dal sangue del cordone ombelicale sono inversamente correlati con il rischio di infezioni respiratorie e wheezing nell’infanzia . La vitamina D ha proprietà immunomodulatorie esercitando un’azione di inibizione della produzione di citochine pro-infiammatorie e di induzione della sintesi di peptidi antimicrobici sulle cellule del sistema immunitario innato. La vitamina D modula gli effetti dei glucocorticoidi e ha anche un ruolo nel rimodellamento bronchiale, in quanto regola l’espressione dei geni della muscolatura liscia bronchiale.

Le infezioni nei primi anni di vita possono svolgere un ruolo di “induzione” del wheezing o di “protezione” contro lo sviluppo di malattie allergiche (secondo l’ipotesi igienica). Nei neonati a rischio, le infezioni respiratorie virali possono causare wheezing, che a sua volta può evolvere più tardi in asma, in particolare negli individui con predisposizione atopica.

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