Marmorino Veneziano Intonaci Lucidi
Il Dicembre 7, 2021 da adminStoria del Marmorino
Le origini dell’intonaco veneziano lucido
Il Marmorino è ben noto come un classico intonaco veneziano; tuttavia, le sue origini sono molto più antiche, risalenti all’antica epoca romana. Possiamo vederne le prove oggi nelle ville di Pompei e in varie strutture romane. Inoltre, è stato anche scritto nel “De Architectura” di Vitruvio, una storia di Roma del primo secolo a.C. Il Marmorino fu riscoperto secoli dopo la scoperta dell’antico trattato di Vitruvio nel 15° secolo. Questo “nuovo” intonaco si adattava bene alle esigenze estetiche dettate dall’ideale classico che nel XV secolo era da poco diventato di moda nell’area lagunare veneziana.
Cocciopesto
La prima testimonianza di lavori fatti con il marmorino è un contratto di costruzione con le monache di Santa Chiara di Murano nel 1473. In questo documento è scritto che prima di applicare il marmorino, il muro doveva essere preparato con una malta di calce e “coccio pesto”. Questo “coccio pesto” veniva poi scavato da scarti di mattoni o riciclato da vecchie tegole.
Marmorino nella città di Venezia
Il vantaggio di recuperare gli scarti
A questo punto, per capire meglio la popolarità del marmorino nella vita veneziana bisogna considerare due fatti. Il primo è che in una città che si estende sull’acqua, il trasporto della sabbia per fare l’intonaco e lo smaltimento degli scarti era un problema enorme. Così, l’uso dell’intonaco veneziano levigato ebbe successo non solo perché il substrato era preparato usando scarti di terracotta, ma anche la finitura, il marmorino, era fatta con avanzi di pietra e marmo, che erano in grande abbondanza a quel tempo. Questi scarti macinati venivano mescolati con la calce per creare il marmorino.
Un intonaco che resiste all’umidità
Inoltre, il marmorino e i supporti in “coccio pesto” resistevano all’umidità ambientale della laguna meglio di quasi ogni altro intonaco. Infatti, da un lato l’intonaco veneziano levigato è estremamente traspirante in virtù del tipo di calce utilizzata (l’unica calce che fa presa sull’esposizione all’aria dopo aver perso l’acqua in eccesso). Dall’altro, il supporto Marmorino contiene terracotta, che aggiunta alla calce rende l’impasto idraulico. Questo significa che è efficace anche in condizioni molto umide. Infatti, il cotto contiene silice e alluminio, basi dei moderni preparati di cemento e calce idraulica.
Invece del marmo
La seconda considerazione è che si potrebbe ottenere un risultato esteticamente gradevole in un’epoca dominata dal ritorno di uno stile classico greco-romano che permette di trasmettere meno peso alla fondazione rispetto all’abitudine di coprire le facciate con lastre di pietra.
Di solito, il marmorino era bianco per imitare la pietra d’Istria, che era la più usata nelle costruzioni veneziane, ma era occasionalmente decorato con affreschi per imitare il marmo, che i mercanti veneziani portavano in patria dai loro viaggi in Oriente. Infatti, in questo affascinante periodo della Repubblica di Venezia, i mercanti si sentivano obbligati a tornare in patria portando marmi preziosi ed esotici come omaggio alla bellezza della propria città.
Marmorino oggi
Marmorino mantenne il suo prestigio per secoli fino alla fine del 1800 quando l’interesse per esso si affievolì e venne considerato solo una soluzione economica all’uso del marmo. Solo alla fine degli anni ’70, anche grazie all’uso dell’intonaco lucido da parte dell’architetto Carlo Scarpa, questa tecnica di finitura è tornata all’interesse dei migliori architetti moderni.
All’inizio le industrie non erano interessate all’intonaco lucido veneziano che veniva prodotto solo da artigiani. Oggi, invece, si possono trovare marmorini pronti all’uso, spesso con l’aggiunta di colla per permetterne l’applicazione su superfici non tradizionali come il cartongesso o i rivestimenti in legno.
Si tratta di una tecnica di rifinitura che non è mai stata utilizzata.
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