L’anatomia locomotoria di Australopithecus afarensis
Il Novembre 14, 2021 da adminLo scheletro postcraniale di Australopithecus afarensis dalla Formazione Hadar, Etiopia, e le impronte dai letti di Laetoli della Tanzania settentrionale, sono analizzati con l’obiettivo di determinare (1) la misura in cui questo antico ominide praticava forme di locomozione diverse dalla bipedalità terrestre, e (2) se il bipedalismo terrestre di A. afarensis era notevolmente diverso da quello degli esseri umani moderni. Si dimostra che A. afarensis possedeva caratteristiche anatomiche che indicano un adattamento significativo per il movimento sugli alberi. Altre caratteristiche strutturali indicano una modalità di bipedalità terrestre che implicava una minore estensione dell’anca e del ginocchio rispetto all’uomo moderno, e solo un limitato trasferimento del peso sulla parte mediale della palla del piede, ma tali conclusioni rimangono più provvisorie di quelle che affermano una sostanziale arboralità. Un confronto tra gli esemplari che rappresentano individui più piccoli, presumibilmente femmine, e quelli di individui più grandi, presumibilmente maschi, suggerisce differenze sessuali nel comportamento locomotorio legate a un marcato dimorfismo dimensionale. I maschi erano probabilmente meno arboricoli e si impegnavano più frequentemente nel bipedalismo terrestre. A nostro parere, A. afarensis di Hadar è molto vicino a quello che può essere chiamato un “anello mancante”. Noi ipotizziamo che i precedenti rappresentanti della stirpe di A. afarensis presentino non una combinazione di tratti arboricoli e bipedi, ma piuttosto l’anatomia di una scimmia generalizzata.
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