La Porta dell’Inferno (1880-1917)
Il Ottobre 6, 2021 da admin- Facbook
At A Glance
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Un lavoro intensamente appassionato di Rodin che lo occupò per molti anni, commissionata originariamente nel 1880 per un nuovo museo a Parigi
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Il tema deriva dall’Inferno di Dante, la prima parte del poema epico La Divina Commedia
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Più di 180 figure sembrano lottare per liberarsi da masse vorticose di materiale
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Molte delle più famose sculture indipendenti di Rodin iniziarono come figure sulle porte, incluse le Tre Ombre e Il Pensatore
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Le porte non furono mai fuse in bronzo durante la vita di Rodin
Si trova all’ingresso del Museo Rodin di Filadelfia la prima fusione in bronzo de La Porta dell’Inferno di Auguste Rodin. Fu nel 1880 che Rodin ricevette la commissione per una serie di portali per un nuovo Museo di Arti Decorative a Parigi che dovevano essere “bassorilievi rappresentanti la Divina Commedia” – una scelta di soggetto che fu sicuramente suggerita da Rodin stesso, dato che era un avido lettore di Dante.
Ritrovandosi nell’angoscia, o nel desiderio insoddisfatto, le figure su The Gates of Hell – più di 180 in tutto – sembrano lottare per liberarsi da masse vorticose di materiale. Iniziata nell’anno in cui Rodin compì 40 anni, quest’opera intensamente appassionata lo occupò per i successivi 10 anni e poi a intervalli per il resto della sua vita. Figlio di un funzionario parigino, Rodin frequentò una scuola d’arte governativa, ma fallì tre volte l’ammissione alla prestigiosa Ecole des Beaux-Arts. Durante la sua lunga e tumultuosa carriera, fu criticato per la sua audacia, sensualità e devozione al realismo piuttosto che alle nozioni standard di bellezza. Il tema di The Gates of Hell deriva dall’Inferno di Dante, ma Rodin ha incorporato decine di figure che non hanno uno stretto parallelo nel poema. Per l’ispirazione artistica attinse alla scultura di Michelangelo e alla Porta del Paradiso di Ghiberti a Firenze.
I prestiti identificabili da Dante includono le Tre Ombre, spiriti dei morti che stanno in cima alla cornice e indicano le sofferenze sottostanti. Direttamente sotto di loro si trova il Pensatore. Circa due terzi della via in fondo alla porta di sinistra sono il Conte Ugolino e i suoi figli, che hanno sopportato la fame in una torre fino a quando i ragazzi sono morti, che punto Ugolino sono la loro carne. Proprio sotto queste figure ci sono le forme fluenti e tese dei famosi amanti Paolo e Francesca. Nello stipite della porta di destra, in fondo, si inginocchia un uomo barbuto che si pensa essere Rodin stesso, con una piccola figura di assistente che può rappresentare i frutti della sua immaginazione. Alla base di ogni porta c’è una tomba, un ricordo dell’ingresso temporale all’inferno.
Molte delle più famose sculture libere di Rodin iniziarono come piccole figure sulle porte o crebbero da esperimenti con il progetto massiccio. Ma le porte stesse non furono mai fuse in bronzo durante la vita di Rodin. Quando Jules Mastbaum decise di fondare il Museo Rodin a Filadelfia, ordinò due fusioni in bronzo delle porte, una per il suo museo e l’altra per il Musée Rodin di Parigi. Il primo calco arrivò a Filadelfia, dove gli architetti Paul Cret e Jacques Gréber lo incorporarono nel progetto dell’ingresso del museo.
Adattato da Public Art in Philadelphia di Penny Balkin Bach (Temple University Press, Philadelphia, 1992) e Sculpture of a City: Philadelphia’s Treasures in Bronze and Stone by the Fairmount Park Art Association (ora Association for Public Art) (Walker Publishing Co., New York, 1974).
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