Ipokaliemia e aritmie
Il Novembre 22, 2021 da adminIl focus di questo articolo è l’ipokaliemia, le sue proprietà elettrofisiologiche e le aritmie cliniche. Gli effetti del potassio sulle proprietà elettrofisiologiche del cuore sono stati ampiamente studiati e sono chiaramente aritmogeni. L’ipokaliemia aumenta il potenziale di membrana a riposo e aumenta sia la durata del potenziale d’azione che la durata del periodo refrattario, quest’ultimo in misura maggiore rispetto al primo. Questa combinazione è favorevole alla genesi di aritmie rientranti. L’ipopotassiemia aumenta anche il potenziale di soglia e l’automaticità, fornendo così il contesto per le aritmie automatiche. Infine, l’ipopotassiemia diminuisce la conduttività, che predispone anche alle aritmie di tipo rientrante. I criteri elettrocardiografici per l’ipokaliemia includono la presenza di onde U maggiori di 1 mm e di onde U più grandi dell’onda T nella stessa derivazione (con associata depressione del segmento ST). Altri criteri sono stati un rapporto T:U di 1 o meno e un’onda U maggiore di 0,5 mm nella traccia elettrocardiografica II o maggiore di 1,0 mm nella traccia V 3. La relazione tra ipopotassiemia e aritmie cliniche è stata riconosciuta da tempo. Nel 1949, Bellet et al segnalato extrasistoli con alcalosi ipokaliemica che è diminuito con la somministrazione di potassio. Queste osservazioni sono state confermate da diversi gruppi nei primi anni 1950. Nel 1953, Surawicz e Lepeschkin hanno descritto una serie di pazienti con ipokaliemia e frequenti battiti prematuri giunzionali e ventricolari; in tutti i casi le aritmie sono scomparse con la somministrazione di potassio. Queste osservazioni cliniche sono state rafforzate dai risultati 1962 di Gettes et al , che ha impiegato tecniche microelettrodo per dimostrare che la perfusione di soluzioni di potassio basso ha portato a battiti ectopici ventricolari, tachicardia ventricolare e fibrillazione ventricolare. In anni più recenti, diversi studi hanno valutato la relazione tra livelli di potassio e aritmie in pazienti con e senza ipertensione che ricevevano una terapia diuretica. Questi studi hanno dimostrato che esiste un’aumentata incidenza di aritmie ventricolari associate all’ipokaliemia indotta dalla terapia diuretica, un’osservazione con ovvie implicazioni cliniche.
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