Il motivo per cui tutti in “Game of Thrones” muoiono: Gandalf
Il Settembre 19, 2021 da adminGandalf il Grigio, il vecchio mago saggio della leggendaria serie fantasy di J.R.R. Tolkien Il Signore degli Anelli, sa una cosa o due sulla morte. “Molti che vivono meritano la morte”, dice allo Hobbit Frodo. “E alcuni che muoiono meritano la vita. Puoi dargliela?”
Per un ragazzo di 13 anni di nome George R.R. Martin, la risposta alla domanda di Gandalf è stata un sonoro “sì”. Lo scrittore di A Song of Ice and Fire ha continuato a distribuire morte, molta morte.
Martin uccide i personaggi principali con poca tregua, impregnando sia la sua serie fantasy più venduta che la serie televisiva basata su di essa – Game of Thrones della HBO – di un senso di terrore senza fine. Chiunque, compresi e soprattutto i tuoi personaggi preferiti, può morire.
Cosa rende Martin un supervisore così spietato del suo mondo fantasy? Ora lo sappiamo. Gandalf lo ha reso così.
A metà del primo romanzo del Signore degli Anelli, La Compagnia dell’Anello, poco dopo il suo pronunciamento sulla morte a Frodo, Gandalf muore.
“Non posso spiegare l’impatto che ha avuto su di me a 13 anni”, ha detto Martin in una recente intervista alla PBS. “Non puoi uccidere Gandalf. Voglio dire, Conan non è morto nei libri di Conan. Tolkien ha appena infranto questa regola, e lo amerò per sempre per questo.”
Oltre a scuotere l’adolescente Martin come lettore, la morte scioccante ha piantato un seme per lui come scrittore. “Nel momento in cui uccidi Gandalf, la suspense di tutto ciò che segue è mille volte più grande”, ha spiegato nella serie PBS The Great American Read. “Ora può morire chiunque.”
La morte di Gandalf, naturalmente, non dura a lungo. Ritorna nel secondo romanzo della serie di Tolkien, Le due torri, in una forma ancora più potente: Gandalf il Bianco (Gandalf, come tutti i maghi dell’universo di Tolkien, è in realtà uno dei “Maiar”, spiriti immortali che possono prendere forma umana)
E Martin ha preso anche questa seconda lezione da Tolkien: I personaggi morti non devono sempre rimanere morti. Jon Snow, uno dei preferiti dai fan, viene ucciso e poi rapidamente resuscitato. Nei libri, Catelyn Stark viene brutalmente uccisa e poi riportata in vita prima di compiere una vendetta contro le persone che hanno orchestrato la sua morte. (La serie TV invece piega quella linea di trama nella storia di sua figlia, Arya Stark.)
Martin non è l’unico ad usare questo espediente. Le morti transitorie sono molto popolari anche nei fumetti, dato che gli editori hanno imparato che le morti e le resurrezioni fanno vendere molti libri.
Una grande differenza tra i due autori fantasy è che Tolkien ha finito la sua serie, mentre Martin deve ancora farlo, con la costernazione dei suoi fan accaniti. Forse non è così a suo agio nel terminare la sua storia come lo è la vita dei suoi personaggi.
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