Gloria Vanderbilt
Il Gennaio 6, 2022 da adminGloria Vanderbilt, per esteso Gloria Laura Morgan Vanderbilt, (nata il 20 febbraio 1924, New York, New York, Stati Uniti.-morto il 17 giugno 2019, New York, New York), socialite americana, artista, autrice, attrice e designer di tessuti e moda che fu spesso sotto gli occhi del pubblico per la sua vita sociale e le sue imprese professionali.
Nata nella prominente famiglia Vanderbilt di New York, Gloria fu spinta sotto i riflettori dei media dal momento della sua nascita. Suo padre morì quando era piccola e lei trascorse gran parte della sua prima infanzia a Parigi. All’età di 10 anni divenne il centro di un caso di custodia molto pubblicizzato tra sua madre e sua zia, Gertrude Vanderbilt Whitney, che aveva ospitato la giovane Gloria nella sua tenuta di New York per circa due anni. Alla fine Gloria fu affidata alle cure della zia, con il diritto di visita della madre. Fu grazie all’influenza della zia che Gloria si interessò per la prima volta all’arte; la stessa Whitney era una scultrice e la fondatrice del Whitney Museum of American Art.
A 17 anni Vanderbilt abbandonò la scuola superiore per sposare l’agente di talenti Pasquale (“Pat”) De Cicco. Poco dopo che la coppia divorziò nel 1945, attirò la stampa per il suo matrimonio con il direttore d’orchestra Leopold Stokowski, che aveva più di 40 anni più di lei; anche il loro matrimonio finì con un divorzio, nel 1955. Alla fine degli anni 40 Vanderbilt diede la sua prima mostra d’arte informale a New York City, che fu seguita nei decenni successivi da numerose mostre personali nelle principali città del paese. Nel 1954 portò le sue ambizioni sul palcoscenico, debuttando in una produzione estiva di The Swan, e l’anno seguente fece il suo debutto a Broadway in The Time of Your Life. Nel 1956 sposò il regista Sidney Lumet; la coppia divorziò nel 1963. Più tardi nel 1963 Vanderbilt sposò lo scrittore Wyatt Emory Cooper, con il quale rimase sposata fino alla sua morte nel 1978. Con lui ha avuto due dei suoi quattro figli, uno dei quali, Anderson Cooper, è diventato un importante conduttore di notizie per la CNN.
Anche se continuò ad apparire periodicamente sul palco e in televisione negli anni ’60, Vanderbilt si concentrò gradualmente sulla sua arte e sulla scrittura. Il primo libro della Vanderbilt, una raccolta di poesie intitolata Love Poems, fu pubblicato nel 1955. Si concentrava sulla ricerca dell’amore di Vanderbilt, tratta in parte dal diario che aveva tenuto fin dall’infanzia. Tra gli altri suoi scritti c’erano quattro memorie: Once upon a Time: A True Story (1985), che racconta la sua vita fino all’età di 17 anni, compresa la battaglia per la custodia; Black Knight, White Knight (1987), sulla sua vita da adulta; A Mother’s Story (1996), in cui ha dettagliato la tragica perdita di suo figlio Carter, che si è suicidato in sua presenza nel 1988; e It Seemed Important at the Time: A Romance Memoir (2004), che discute le sue imprese romantiche con personaggi famosi come Howard Hughes, Marlon Brando, Frank Sinatra e Gene Kelly. Vanderbilt ha anche scritto diverse opere di narrativa, tra cui Obsession: An Erotic Tale (2009), che ha sollevato le sopracciglia per il suo contenuto volgare. Con Anderson, ha scritto The Rainbow Comes and Goes: A Mother and Son on Life, Love, and Loss, e le conversazioni tra i due sono alla base del documentario Nothing Left Unsaid: Gloria Vanderbilt & Anderson Cooper (entrambi 2016). Oltre alla sua miriade di dipinti e libri, Vanderbilt era anche nota per la sua linea di blue jeans firmati, che era particolarmente popolare alla fine degli anni ’70.
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