Funzionamento dell’asse ipotalamo-ipofisi-tiroide (HPT) nei disturbi d’ansia. Una revisione sistematica
Il Gennaio 26, 2022 da adminLa depressione è stata ripetutamente collegata all’ipotiroidismo subclinico, e gli ormoni tiroidei sono stati utilizzati con successo per aumentare il trattamento antidepressivo. Al contrario, la portata della disfunzione tiroidea nei disturbi d’ansia rimane meno chiara. Questo è sorprendente, dato che i sintomi legati all’ansia (ad esempio, nervosismo, palpitazioni, aumento della sudorazione) sono altamente prevalenti nell’ipertiroidismo. Il presente studio è stato intrapreso per sintetizzare la letteratura sul funzionamento dell’asse ipotalamo-ipofisi-tiroide (HPT) nei disturbi d’ansia. Le banche dati PubMed e PsycINFO sono state ricercate sistematicamente. Sono stati inclusi tre tipi di studi: (1) “studi di comorbidità” che valutano la prevalenza di disturbi tiroidei in individui con disturbi d’ansia, (2) “studi caso-controllo” che confrontano i parametri HPT tra pazienti e controlli, e (3) “studi di correlazione” che valutano i livelli di ansia auto-riferiti e i parametri HPT. Il rischio di bias è stato valutato attraverso un rating di qualità standardizzato. Venti studi erano ammissibili. Quasi tutti hanno trovato che la comorbilità tra ansia e disturbi tiroidei era significativa. La metà degli studi ha inoltre sostenuto la nozione di disfunzione tiroidea sottile in quanto le risposte dell’ormone stimolante la tiroide (TSH) alla somministrazione dell’ormone di rilascio della tireotropina (TRH) sono state smussate e si è osservata una relazione inversa tra i livelli di ansia auto-riferiti e il TSH. Nel complesso, le valutazioni HPT sono state ben condotte, ma diversi studi non sono riusciti ad aggiustare le loro analisi per il fumo, l’indice di massa corporea (BMI) e la depressione. I risultati risuonano bene con le raccomandazioni cliniche per lo screening di routine per i disturbi della tiroide nei pazienti con disturbi d’ansia, e con ciò che è noto dalla ricerca di base sulle interazioni tra tiroide e cervello. I risultati della valutazione del rischio di distorsione sottolineano l’importanza di ulteriori ricerche epidemiologiche sperimentali e longitudinali di alta qualità.
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