Frase giapponese: “yokatta” (よかった)
Il Gennaio 15, 2022 da adminSpesso, parole e frasi escono dalle caselle che definiscono i loro significati letterali e diventano qualcosa di più.
“Yokatta” (よかった) è il test passato della parola “ii”, che significa “buono”, e quindi “yokatta” significa “era buono”. Poiché i soggetti sono spesso omessi in giapponese, questa frase può significare “era buono” o può riferirsi a qualche altro soggetto implicito, inclusa una persona. Ecco un esempio in cui il soggetto è specificato in modo che non ci sia ambiguità.
- 今日の天気はよかった。 (kyou no tenki ha yokatta)
- Il tempo oggi era buono.
Come ho accennato nel primo paragrafo, questa frase è in realtà usata per più del significato base di “era buono”. Infatti, è usata per esprimere l’essere felici o contenti di qualcosa, in particolare dopo aver sentito una buona notizia. Ecco un semplice esempio:
- Persona 1: テスト受かったよ! (tesuto ukatta yo!)
- Persona 1: Ho passato il test!
- Persona 2: よかった! (yokatta!)
- Persona 2: Thats great!
Si noti che in inglese si usa il tempo presente per questo tipo di sentimenti, e dire “That was great!” qui sarebbe imbarazzante. Si potrebbe anche tradurre la seconda riga sopra come “Sono felice di sentirlo”.
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Se volete mettere ulteriore sentimento in questa frase, potete estendere l’ultima vocale in modo che si abbassi lentamente, che potrebbe essere scritto in giapponese come よかった〜.
Si può aggiungere “ne” dopo “yokatta” se si vuole aggiungere un leggero senso di richiesta di conferma dall’altra parte, mentre con il solo “yokatta” è come se si stessero semplicemente dichiarando i propri sentimenti. Ma fate attenzione, perché “yokattta ne” può anche essere usato in senso sarcastico, a seconda del tono impiegato.
“yokatta” è anche usato frequentemente dopo un verbo nella forma potenziale per esprimere che chi parla è contento che qualcosa sia stato compiuto.
- 流星がみれてよかった (nagareboshi ga mirete yokatta)
- Sono contento che siamo riusciti a vedere una stella cadente.
Un altro uso di yokatta è dopo la forma ~eba (condizionale), dove può essere usato per esprimere rammarico per qualcosa che non è avvenuto. La particella “no ni” può essere facoltativamente aggiunta dopo “yokatta”.
- 連絡してくれればよかったのに。
- Vorrei che mi avessi contattato. (Oppure: “È un peccato che tu non mi abbia contattato”)
Qui, anche se soggetto e oggetto del verbo “renraku” (“contattare”) è omesso, poiché viene usata la forma “kureru” è abbastanza chiaro che l’implicazione è l’ascoltatore che fa un favore al parlante.
Ci sono molte altre frasi che normalmente hanno “ii” in esse e possono essere cambiate al passato convertendo “ii” in “yokatta”. Per esempio la frase “dou demo ii” (どうでもいい), che esprime una mancanza di interesse, può essere messa al passato come:
- 車の色はどうでもよかった。
- Non mi interessava nulla del colore dell’auto.
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