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“Fatto” e “finito”

Il Novembre 3, 2021 da admin
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Ho fatto!

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In vari momenti della mia vita, ho finito un compito e con entusiasmo, dovere o rassegnazione ho annunciato il suo completamento dicendo “ho finito”. E la maggior parte delle volte, questo è stato accolto con una congratulazione, o almeno con una calda indifferenza. In rare occasioni, veniva accolto con un succinto rimprovero:

“Le torte sono finite. La gente ha finito.”

Era tutto; nessuna spiegazione data, e io sono rimasto lì seduto a chiedermi perché, se l’argomento della torta stava per essere affrontato, non era per darmene una come ricompensa. Poiché la risposta era così slegata da una spiegazione razionale, me ne dimenticavo rapidamente, solo per ricordarmi ogni volta che mi preoccupavo di dire a questa persona che avevo finito. E anche la regola. Lasciate la parola al Merriam-Webster Dictionary of English Usage (MWDEU):

“Done nel senso di ‘finito’ è stato soggetto a una certa quantità di critiche nel corso degli anni per ragioni che non sono immediatamente evidenti.”

Le ragioni non sono nemmeno poco evidenti; semplicemente non lo sono. MWDEU fa risalire la proibizione di fare l’uomo al libro di MacCracken e Sandison del 1917 Manual of Good English, che non offre alcuna spiegazione per la sua scorrettezza. Nel quasi secolo successivo, nessun altro ha trovato una ragione per questo. Ciò che passa per una giustificazione è quella battuta che ho citato sopra; per esempio, nella lista di “errori da evitare” di un professore, ci viene data questa spiegazione, postata nella sua interezza:

“30. Se qualcosa è stato completato, è finito – non è ‘fatto’. Ricordate, le torte sono finite; le persone sono finite.”

Mi sembra che la vera ragione per cui la gente ha iniziato a lamentarsi di questo uso è che aveva due segni del diavolo prescrittivo: era un uso nuovo, ed era un uso non standard. To be done, riporta il MWDEU, ha soppiantato to have done per gli stati d’essere a partire dal 1700 o prima, il che su una scala temporale prescrittivista conta in qualche modo come “nuovo”. Inoltre, l’OED classifica questo uso come principalmente irlandese, scozzese, americano e dialettale, che per un prescrittivista è solo un modo lungo per dire improprio. E di solito finished suona più fantasioso di done, il che senza dubbio ha contribuito all’avversione per done.

Ma a meno che non crediate nei rancori di 300 anni fa, non c’è motivo di essere contro le persone che vengono fatte. Secondo l’OED, Thomas Jefferson lo usava, così come Jeremy Bentham (il filosofo, non il personaggio di Lost) e altri. Non c’è nemmeno una logica grammaticale per cui done e finished siano diversi. In effetti, arriverei a dire che se non fosse per il suo motto scattante, questa ingiunzione sarebbe già da tempo passata per la via del dodo. Cerchiamo di aiutarla verso quel destino.

Sommario: Le torte sono fatte; le persone sono finite? No. Le torte possono anche essere finite e le persone possono anche essere finite. E smettila di parlare di torte se mi stai solo prendendo in giro.

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