Dante’s Inferno – Porta dell’Inferno – Canto 3
Il Ottobre 1, 2021 da adminCowards
Questa idea di un luogo marginale – all’interno della porta dell’inferno ma prima del fiume Acheronte – per le anime non abbastanza buone per il paradiso né abbastanza cattive per l’inferno vero e proprio è un prodotto dell’immaginazione di Dante, puro e semplice. Una possibile giustificazione teologica per l’invenzione di Dante può essere trovata nell’Apocalisse (Apocalisse) 3:16: “Ma poiché tu sei tiepido e non sei né freddo né caldo, comincerò a vomitarti dalla mia bocca”. Tra queste anime codarde – conosciute anche come ricettatori, vacillanti, opportunisti e neutrali – sono inclusi gli angeli che si rifiutarono di scegliere tra Dio e Lucifero. Che cosa dice questa idea originale della visione di Dante del comportamento umano e della sua relazione con l’aldilà? Cosa potrebbe implicare la concezione dantesca di questa regione riguardo all’inferno vero e proprio e ai suoi abitanti eterni?
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Porta dell’inferno
Non è fino all’inizio del canto 3 che Dante entra finalmente nell’inferno – almeno nella sua regione esterna – passando attraverso una porta. L’iscrizione sopra questa porta – che termina con il famoso avvertimento di “abbandonare ogni speranza” – stabilisce l’inferno di Dante come una creazione non del male e del diavolo ma piuttosto del suo Dio cristiano, qui espresso in termini di Trinità: Padre (Potenza Divina), Figlio (Massima Saggezza), e Spirito Santo (Amore Primordiale).
da capo
Caronte
Negli inferi classici (Ade), che Dante conosceva meglio dal libro 6 dell’Eneide di Virgilio, Caronte è il pilota di una barca che trasporta le ombre dei morti – appena arrivati dal mondo di sopra – attraverso le acque nel mondo inferiore. Come il Caronte di Virgilio (Aen. 6.298-304; 384-416), il traghettatore di Dante è un vecchio irascibile – con capelli bianchi e occhi di fuoco – che all’inizio si oppone a portare un uomo vivo (Enea, Dante) sulla sua barca. In ogni caso, la guida del protagonista – la Sibilla per Enea, Virgilio per Dante – fornisce le credenziali adeguate per ottenere il passaggio sulla barca di Caronte.
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Terza Rima
Questo è lo schema di rime che Dante inventa per i 14.233 versi del suo poema. Tradotto letteralmente come “terza rima”, questo schema significa che il verso centrale di una data terzina (un gruppo di tre versi) fa rima con il primo e il terzo verso della terzina successiva. Per esempio, nei versi dell’Inferno 3 che descrivono la porta dell’inferno, dolore (2) fa rima con fattore (4) e amore (6), podestate (5) fa rima con create (7) e intrate (9), e così via. Terza rima può quindi essere espressa con la seguente formula: aba bcb cdc ded . . . xyx yzyz. Una conseguenza matematica di questo schema è che il numero di versi in qualsiasi canto è sempre un multiplo di tre con uno in più.
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Anafora
Dante ripete occasionalmente una parola o una frase all’inizio di versi successivi o terzine (unità di tre versi) per portare avanti un punto. Inferno 3 si apre con un esempio lampante di questo dispositivo poetico (chiamato anafora): Dante inizia i primi tre versi contenenti le parole scritte sopra la porta dell’inferno con la frase Per me si va . . . (“Attraverso di me si va . . .”). In che modo questo uso dell’anafora contribuisce al tono generale e al significato dell’iscrizione (Inf. 3.1-9) e alla reazione di Dante e Virgilio alle parole minacciose (Inf. 3.10-18)?
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“Grande Rifiuto”
Tra i vili ricettatori, Dante individua solo l’ombra di uno che fece “il grande rifiuto” (Inf. 3.60). Infatti, egli dice che fu la vista di quest’ombra – senza nome, ma evidentemente ben nota – a confermargli la natura di tutte le anime di questa regione. Il candidato più probabile per questa figura è Papa Celestino V. Il suo rifiuto di eseguire i doveri richiesti al papa (abdicò cinque mesi dopo la sua elezione nel luglio 1294) permise a Benedetto Caetani di diventare Papa Bonifacio VIII, l’uomo che si dimostrò essere il nemico teologico, politico e personale più odiato da Dante. Un candidato alternativo è Ponzio Pilato, il governatore romano che si rifiutò di giudicare Gesù. Perché Dante si rifiuta di nominare qualsiasi ombra – inclusa quella famigerata – in questa particolare regione?
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Acheronte
Questo è il primo dei fiumi e delle paludi degli inferi di Virgilio nell’Eneide che Dante include nella sua topografia dell’inferno. Mentre Virgilio non fa una chiara distinzione tra i luoghi e le funzioni di questi corpi d’acqua (Caronte sembra sorvegliarli tutti), i fiumi infernali di Dante sono disegnati più nettamente. Qui l’Acheronte funziona come un confine che separa i neutrali codardi dalle anime nei cerchi dell’inferno vero e proprio. Caronte traghetta queste ombre attraverso il fiume. Questa attenzione ai dettagli riflette il desiderio di Dante di sottolineare la realtà dell’inferno e il viaggio del protagonista attraverso di esso.
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Audio
“Lasciate ogne speranza, voi ch’intrate” (3.9)
Lasciate ogni speranza, voi che entrate
“che visser sanza ‘nfamia e sanza lodo” (3.36)
coloro che vissero senza vergogna e senza onore
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Domande di studio
Come si adatta la punizione dei codardi al vizio? Guardando attentamente 3,52-7 e 3,64-9, esprimi questa relazione – ciò che chiamiamo il “contrappasso” – sotto forma di similitudine (“come in vita essi… , così ora all’inferno essi…”) o in una frase ironica e causale (“Poiché in vita essi fallirono / rifiutarono di…, ora all’inferno essi….”). Cercate di identificare diverse possibilità o livelli per il contrappasso.
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