Civilizzazione occidentale
Il Gennaio 13, 2022 da adminObiettivo di apprendimento
- Identificare i contributi chiave di Dante, Boccaccio, e Bruni
Punti chiave
- Le idee che caratterizzano il Rinascimento ebbero la loro origine nella Firenze del tardo XIII secolo, in particolare negli scritti di Dante Alighieri (1265-1321) e Petrarca (1304-1374).
- La letteratura e la poesia del Rinascimento furono largamente influenzate dallo sviluppo della scienza e della filosofia.
- L’umanista Francesco Petrarca, una figura chiave nel rinnovato senso di erudizione, fu anche un poeta compiuto, pubblicando diverse importanti opere di poesia in italiano e in latino.
- Il discepolo di Petrarca, Giovanni Boccaccio, divenne un autore importante nel suo stesso diritto, la cui opera principale, il Decamerone, fu una fonte di ispirazione e trame per molti autori inglesi nel Rinascimento.
- Una generazione prima di Petrarca e Boccaccio, Dante Alighieri pose le basi della letteratura rinascimentale con la sua Divina Commedia, ampiamente considerata la più grande opera letteraria composta in lingua italiana e un capolavoro della letteratura mondiale.
- Leonardo Bruni fu un umanista, storico e statista italiano, spesso riconosciuto come il primo storico moderno.
Termini
Molti sostengono che le idee che caratterizzano il Rinascimento ebbero origine nella Firenze del tardo XIII secolo, in particolare negli scritti di Dante Alighieri (1265-1321) e Petrarca (1304-1374). La prosa italiana del XIII secolo era tanto abbondante e varia quanto la sua poesia. Nell’anno 1282 iniziò un periodo di nuova letteratura. Con la scuola di Lapo Gianni, Guido Cavalcanti, Cino da Pistoia e Dante Alighieri, la poesia lirica divenne esclusivamente toscana. Tutta la novità e la potenza poetica di questa scuola consisteva, secondo Dante, Quando Amore spira, noto, ed a quel niodo Ch’ei detta dentro, vo significando – cioè in un potere di esprimere i sentimenti dell’anima nel modo in cui l’amore li ispira, in modo appropriato e grazioso, adattando la forma alla materia, e con l’arte fondendo l’una con l’altra. L’amore è un dono divino che redime l’uomo agli occhi di Dio, e l’amante del poeta è l’angelo mandato dal cielo per mostrare la via della salvezza.
La letteratura e la poesia del Rinascimento furono ampiamente influenzate dalla scienza e dalla filosofia in via di sviluppo. L’umanista Francesco Petrarca, una figura chiave nel rinnovato senso di erudizione, era anche un poeta compiuto, pubblicando diverse importanti opere di poesia. Scrisse poesie in latino, in particolare l’epica della guerra punica Africa, ma è oggi ricordato per le sue opere in volgare italiano, specialmente il Canzoniere, una raccolta di sonetti d’amore dedicati al suo amore non corrisposto, Laura. Fu il più importante scrittore di sonetti in italiano, e le traduzioni del suo lavoro in inglese da Thomas Wyatt stabilirono la forma del sonetto in Inghilterra, dove fu impiegato da William Shakespeare e innumerevoli altri poeti.
Giovanni Boccaccio
Il discepolo di Petrarca, Giovanni Boccaccio, divenne un autore importante nel suo stesso diritto. La sua opera principale fu Il Decamerone, una raccolta di 100 storie raccontate da dieci cantastorie fuggiti alla periferia di Firenze per sfuggire alla peste nera nel corso di dieci notti. Il Decamerone in particolare e l’opera di Boccaccio in generale furono una grande fonte di ispirazione e di trame per molti autori inglesi del Rinascimento, tra cui Geoffrey Chaucer e William Shakespeare. I vari racconti d’amore nel Decamerone vanno dall’erotico al tragico. Racconti d’arguzia, scherzi e lezioni di vita contribuiscono al mosaico. Oltre al suo valore letterario e alla sua influenza diffusa, fornisce un documento della vita dell’epoca. Scritto in volgare fiorentino, è considerato un capolavoro della prosa classica italiana antica.
Boccaccio scrisse la sua letteratura immaginativa per lo più in volgare italiano, così come altre opere in latino, ed è particolarmente noto per il suo dialogo realistico che differisce da quello dei suoi contemporanei, scrittori medievali che di solito seguivano modelli formulaici per carattere e trama.
Le discussioni tra Boccaccio e Petrarca furono determinanti perché Boccaccio scrivesse la Genealogia deorum gentilium; la prima edizione fu completata nel 1360 e rimase una delle principali opere di riferimento sulla mitologia classica per oltre 400 anni. Serviva come una difesa estesa per gli studi della letteratura e del pensiero antico. Nonostante le credenze pagane al centro della Genealogia deorum gentilium, Boccaccio credeva che si potesse imparare molto dall’antichità. Così, sfidò gli argomenti degli intellettuali clericali che volevano limitare l’accesso alle fonti classiche per prevenire qualsiasi danno morale ai lettori cristiani. La rinascita dell’antichità classica divenne un fondamento del Rinascimento, e la sua difesa dell’importanza della letteratura antica fu un requisito essenziale per il suo sviluppo.
Dante Alighieri
Una generazione prima di Petrarca e Boccaccio, Dante Alighieri pose le basi della letteratura rinascimentale. La sua Divina Commedia, originariamente chiamata Comedìa e poi battezzata Divina da Boccaccio, è ampiamente considerata la più grande opera letteraria composta in lingua italiana e un capolavoro della letteratura mondiale.
Nel tardo Medioevo, la stragrande maggioranza della poesia era scritta in latino, e quindi era accessibile solo al pubblico benestante e colto. Nel De vulgari eloquentia (Sull’eloquenza in volgare), tuttavia, Dante difende l’uso del volgare nella letteratura. Lui stesso avrebbe persino scritto in dialetto toscano per opere come La vita nuova (1295) e la già citata Divina Commedia; questa scelta, sebbene altamente eterodossa, stabilì un importantissimo precedente che scrittori italiani successivi come Petrarca e Boccaccio avrebbero seguito. Come risultato, Dante ha giocato un ruolo strumentale nello stabilire la lingua nazionale dell’Italia. L’importanza di Dante si estende anche oltre la sua patria; le sue rappresentazioni dell’Inferno, del Purgatorio e del Paradiso hanno fornito ispirazione per un gran numero di opere d’arte occidentali e sono citate come un’influenza sulle opere di John Milton, Geoffrey Chaucer e Lord Alfred Tennyson, tra molti altri.
Dante, come molti fiorentini del suo tempo, fu coinvolto nel conflitto guelfo-ghibellino. Combatté nella battaglia di Campaldino (11 giugno 1289) con i guelfi fiorentini contro i ghibellini di Arezzo. Dopo aver sconfitto i ghibellini, i guelfi si divisero in due fazioni: i guelfi bianchi – il partito di Dante, guidato da Vieri dei Cerchi – e i guelfi neri, guidati da Corso Donati. Sebbene all’inizio la divisione fosse su base familiare, le differenze ideologiche nacquero sulla base di visioni opposte del ruolo papale negli affari fiorentini, con i Neri che sostenevano il papa e i Bianchi che volevano più libertà da Roma. Dante fu accusato di corruzione e di illeciti finanziari dai guelfi neri per il periodo in cui fu in servizio come priore della città (la più alta carica di Firenze) per due mesi nel 1300. Fu condannato all’esilio perpetuo; se fosse tornato a Firenze senza pagare una multa, avrebbe potuto essere bruciato sul rogo.
A un certo punto durante il suo esilio concepì la Divina Commedia, ma la data è incerta. L’opera è molto più sicura e su una scala più grande di tutto ciò che aveva prodotto a Firenze; è probabile che abbia intrapreso un lavoro del genere solo dopo aver realizzato che le sue ambizioni politiche, che erano state centrali per lui fino al suo esilio, erano state fermate per qualche tempo, forse per sempre. Mescolando religione e preoccupazioni private nei suoi scritti, invocava la peggiore ira di Dio contro la sua città e suggeriva diversi bersagli particolari che erano anche i suoi nemici personali.
Leonardo Bruni
Leonardo Bruni (1370 circa – 9 marzo 1444) è stato un umanista, storico e statista italiano, spesso riconosciuto come il più importante storico umanista del primo Rinascimento. È stato chiamato il primo storico moderno. Fu la prima persona a scrivere usando la visione della storia in tre periodi: Antichità, Medioevo e Moderno. Le date che Bruni usò per definire i periodi non sono esattamente quelle che gli storici moderni usano oggi, ma egli pose le basi concettuali per una divisione tripartita della storia.
L’opera più notevole di Bruni è Historiarum Florentini populi libri XII (Storia del popolo fiorentino, 12 libri), che è stato chiamato il primo libro di storia moderna. Anche se probabilmente non era intenzione di Bruni secolarizzare la storia, la visione dei tre periodi della storia è indiscutibilmente secolare, e per questo Bruni è stato chiamato il primo storico moderno. Il fondamento della concezione di Bruni può essere trovato con Petrarca, che distingueva il periodo classico dal successivo declino culturale, o tenebrae (letteralmente “oscurità”). Bruni sosteneva che l’Italia si era rianimata negli ultimi secoli e poteva quindi essere descritta come entrata in una nuova era.
Una delle opere più famose di Bruni è Nuovo Cicerone, una biografia dello statista romano Cicerone. Fu anche autore di biografie in italiano di Dante e Petrarca. Fu Bruni che usò la frase “studia humanitatis”, che significa lo studio delle imprese umane, distinte da quelle della teologia e della metafisica, da cui deriva il termine “umanisti”.
Come umanista Bruni fu essenziale nella traduzione in latino di molte opere di filosofia e storia greca, come quelle di Aristotele e Procopio. Le traduzioni di Bruni della Politica e dell’Etica Nicomachea di Aristotele, così come l’Economia pseudo-aristotelica, furono ampiamente distribuite in manoscritto e a stampa.
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