Chitarre dal Medioevo al Novecento – Parte 1
Il Dicembre 20, 2021 da adminDue tipi di chitarre si trovano durante il Medioevo, la chitarra latina e la chitarra moresca. Entrambe appaiono in un manoscritto del tredicesimo secolo, le “Cantigas de Santa Maria”, che si presume siano state scritte da Alfonso il Saggio di Spagna. Miniature dettagliate e intricate ritraggono questi primi strumenti. Si può vedere da queste illustrazioni che la chitarra latina si avvicina alla forma delle chitarre che si sono evolute in Spagna e in Italia.
Il prototipo della chitarra moderna, la vihuela, divenne lo strumento preferito dai musicisti seri nella Spagna del XVI secolo. La musica per la vihuela, infatti, può essere suonata sulle chitarre moderne con pochi cambiamenti, poiché ha sei coppie di corde, simili alla moderna chitarra a dodici corde. Le coppie di corde aiutavano lo strumento a produrre un suono più vigoroso. Un grande repertorio di musica è stato scritto per la vihuela, in un tipo speciale di notazione chiamata ‘tablatura’. Suonata con le dita, la vihuela era accordata in modo simile al liuto rinascimentale, che il resto d’Europa credeva essere “il re degli strumenti”
In questo periodo si sviluppò uno strumento più piccolo simile alla chitarra. Questo strumento a quattro e più tardi a cinque corde aiutò a sviluppare lo stile di strimpellaggio del Flamenco chiamato ‘rasgueado’. Le sue corde (chiamate corsi), così come le sue dimensioni ridotte, lo resero uno strumento più facile da usare per suonare accordi e accompagnare le danze.
Fu la vihuela, tuttavia, che perse il favore con la fine del XVI secolo. Lo strumento più piccolo sopravvisse – nella sua versione a cinque corde. Questo strumento fu soprannominato “chitarra spagnola”, forse per distinguerlo dalla versione a quattro corde. Questi strumenti erano popolari anche in Italia. Infatti, un suonatore italiano, Francesco Corbetta (1615 – 1681), pubblicò alcune opere suonate in fingerstyle che portarono l’uso dello strumento ben oltre il suonare accordi come accompagnamento. Il suo modo di suonare divenne immensamente popolare tra i cortigiani francesi e inglesi durante il XVII secolo. La sua popolarità introdusse questi paesi alla chitarra.
Robert de Visée (c. 1660 – c. 1720), un francese di talento, suonò spesso per Luigi XIV, dedicando al monarca francese la sua intera collezione di pezzi composti durante l’anno 1682. Il suonatore e maestro spagnolo Gaspar Sanz approfittò della popolarità della chitarra per pubblicare un libro di istruzioni nel 1674. Il libro, molto noto ai suoi tempi, conteneva istruzioni tecniche dettagliate, così come una collezione di pezzi che vengono suonati ancora oggi.
Come ogni forma d’arte, la popolarità della musica per chitarra è cresciuta e diminuita molte volte durante la sua storia. Il XVIII secolo fu generalmente un periodo di declino, anche se, verso la fine, alcune innovazioni tecnologiche aiutarono a trasformare lo strumento in uno più simile alle chitarre di oggi. Le corde doppie caddero in disgrazia, sostituite da quelle singole, e fu aggiunta una sesta corda. I costruttori di chitarre iniziarono ad usare il budello di pecora per realizzare le prime tre corde, mentre le corde dei bassi furono create con filo di rame argentato avvolto intorno ad un’anima di filo di seta.
Lascia un commento