Arte e architettura merovingia
Il Dicembre 27, 2021 da adminL’unificazione del regno franco sotto Clodoveo I (465-511) e i suoi successori, corrisponde alla necessità di costruire chiese, e soprattutto chiese conventuali, poiché queste erano ormai le sedi del potere della chiesa merovingia. I progetti spesso continuavano la tradizione delle basiliche romane, ma prendevano anche influenze dalla Siria e dall’Armenia. In Oriente, la maggior parte delle strutture erano in legno, ma la pietra era più comune per gli edifici significativi in Occidente e nelle aree meridionali che poi caddero sotto il dominio merovingio. La maggior parte delle chiese principali sono state ricostruite, di solito più di una volta, ma molti piani merovingi sono stati ricostruiti dall’archeologia.
La descrizione nella Storia dei Franchi del vescovo Gregorio di Tours della basilica di Saint-Martin, costruita a Tours da San Perpetuo (vescovo 460-490) all’inizio del periodo e all’epoca ai confini del territorio franco, dà motivo di rimpiangere la scomparsa di questo edificio, una delle più belle chiese merovingie, che egli dice avere 120 colonne di marmo, torri all’estremità orientale, e diversi mosaici: “Saint-Martin mostrava l’enfasi verticale, la combinazione di blocchi-unità che formano uno spazio interno complesso e la silhouette esterna corrispondentemente ricca, che saranno le caratteristiche del romanico”. Una caratteristica della basilica di Saint-Martin che divenne un segno distintivo dell’architettura delle chiese franche era il sarcofago o reliquiario del santo sollevato per essere visibile e collocato assialmente dietro l’altare, a volte nell’abside. Non ci sono precedenti romani per questa innovazione franca. La chiesa di San Pietro a Vienne è l’unica superstite. Un certo numero di altri edifici, ora perduti, tra cui le fondazioni merovingie di Saint-Denis, St. Gereon a Colonia, e l’abbazia di Saint-Germain-des-Prés a Parigi, sono descritti come similmente ornati.
Sono rimasti alcuni piccoli edifici, soprattutto battisteri, che caddero fuori moda e furono risparmiati dalla ricostruzione. Ad Aix-en-Provence, Riez e Fréjus, tre battisteri ottagonali, ciascuno coperto da una cupola su pilastri, testimoniano l’influenza dell’architettura orientale (il battistero di Riez, nelle Alpes-de-Haute-Provence, ricorda quello di San Giorgio, Ezra’, Siria). Molto diverso da questi battisteri provenzali, ad eccezione di quello a quadrifoglio di Venasque, quello di San Giovanni a Poitiers (VI secolo) ha la forma di un rettangolo fiancheggiato da tre absidi. L’edificio originale ha probabilmente subito numerose modifiche, ma conserva nella sua decorazione (capitelli di marmo) un carattere merovingio.
Tra le numerosissime cripte, numerose per l’importanza del culto dei santi all’epoca, sopravvivono solo quelle di St. Seurin, a Bordeaux, St. Laurent, a Grenoble, e l’abbazia di Jouarre (VII secolo).
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