Amava così tanto che mi ha spinto via, ma l’ironia non è persa su di me
Il Settembre 22, 2021 da adminIn tutta la sua vita, era sempre stato solo lui. Aveva bisogno di un minuto per raccogliere i suoi pensieri e stabilizzare le sue emozioni. Vedete, non era abituato ad avere qualcuno che si prendesse cura di lui.
Era così abituato ad avere tutti che se ne andavano che quando io non lo facevo, mi costringeva a farlo.
Il problema non era che anche lui non tenesse a me, il problema era che non era sicuro come farlo. Non si aspettava di provare tutti i sentimenti che stava provando, e così presto. Non voleva che me ne andassi, ma voleva proteggersi nel caso io decidessi inevitabilmente di farlo.
Stava proteggendo il suo cuore, non curandosi del fatto che stava spezzando il mio.
Quello che non capiva era che chiudendosi, mi stava allontanando. Non c’è molto che non possa gestire, ma sentirsi puniti per aver amato qualcuno è dove traccio il limite.
Non me ne stavo andando perché non potevo gestire lui o il suo stile di vita; me ne stavo andando perché mi stava trattando in modo freddo, diverso.
Era l’unica persona nella mia vita che mi faceva sentire ventiquattrore su ventiquattro genuinamente bene e occuparmi di lui mi faceva improvvisamente male. Non sentivo più la felicità reciproca o la collaborazione, ed è questo che mi ha spinto.
Forse avrei dovuto dargli un po’ di spazio, anche se lui giurava a destra e a manca che non era quello che voleva. Forse avrei dovuto dargli più tempo.
Forse avrei dovuto lottare un po’ di più, o essere meno aggressiva con le mie emozioni. E forse l’avrei fatto se lui non mi avesse fatto sentire come se mi avesse appena mollato.
Volevo lottare per lui, ma sentivo che qualcuno che teneva a me nella misura in cui diceva di farlo, non mi avrebbe fatto sentire necessario. Non mi ha mai fatto sentire insicura o ansiosa, e non ho mai dovuto mettere in dubbio le sue intenzioni. L’ho fatto sentire felice, e curato, e quando ha capito che potevo essere la cosa reale, è stato allora che l’ho pietrificato.
Dal nulla ha deciso che non voleva solidificare nulla, nonostante la relazione fosse già stata fondamentalmente solidificata.
“Non cambia nulla”, ha detto, “siamo ancora noi”.
Ma noi non ci sentivamo noi.
Come aveva dimenticato in fretta che il “noi” che conoscevo era fatto di sogni selvaggi e gioia travolgente, mentre il “noi” che eravamo diventati era fatto di confusione, preoccupazione e stress.
Desideravo che l’uomo a cui tenevo tornasse alle sue vecchie abitudini, e lui non si muoveva, e ahimè i miei sentimenti iniziarono a svanire.
Stava giocando con me e lo sapeva. Quando cercavo di ricambiare, si arrabbiava e si allontanava. Allora mi aggrappavo di più, e anche questo lo allontanava. Ho tentato disperatamente di spingermi nella sua vita quando lui si stava allontanando, e sono finita tra l’incudine e il martello. Niente di quello che stavo facendo stava funzionando, così ho fatto l’ultima cosa che avrei mai voluto fare.
L’ho lasciato vincere.
Voleva qualcuno che lottasse per lui, e quando finalmente l’ha avuto, l’ha costretto ad allontanarsi. Ho lasciato che il perpetuo solitario mi portasse così lontano dalla sua visione romantica che non ero più in vista.
Ho lasciato che l’unica persona di cui mi fidavo con il mio cuore di vetro lo mandasse in frantumi su tutto il pavimento con una rapida spinta.
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